Nel corso dell'anno 2008, l'associazione ha avviato un progetto mirante alla salvaguardia ed al recupero dei quadranti solari di pregio presenti in Val Maira, altrimenti destinati a degrado o addiritura alla distruzione se lasciati a sè stessi, ma che risultano ampiamente recuperabili ove sia possibile farne oggetto di intervento conservativo.
In questo ambito è stato avviato e portato a termine il restauro del complesso gnomonico della chiesa parrocchiale di Marmora (alta Valle Maira ), ed in particolare delle due meridiane presenti sulle facciate della Chiesa stessa. I lavori eseguiti hanno riportato alla luce due gioielli della "gnomonica antica alpina", un quadrante del 1664 ed uno del 1772, che erano stati coperti nel XIX secolo.
A partire dal rinvenimento dei preziosi affreschi, la datazione dei quali è inizialmente stata stimata a partire dal XIV secolo, la Chiesa Parrocchiale di Marmora ha visto un crescente interesse culturale e turistico intorno a sé, ascendendo a punto di interesse storico e polo di attrazione nell'ambito della Valle Maira.
E' necessario, perciò, promuovere il più possibile quanto, tra i manufatti sopravvissuti al trascorrere del tempo, contribuisca a valorizzare le opere qualitativamente maggiori.
Riteniamo, pertanto, che sia stata premiante la grande attenzione rivolta alle opere poste all'esterno della Chiesa, ed in particolare alla coppia delle meridiane.
Il restauratore, Fabio Garnero della Società Solaria Opere, ad inizio dell'attività ci scriveva
Avrete sicuramente presente lo stato di conservazione prima dell’avvio dei lavori, due quadri di intonaco praticamente “muti”, biancastri e senza alcuna particolare traccia degli orologi se non poche linee sbiadite in colore rosso. Devo ammettere che avevo, data la mia esperienza, “annusato” che quello che vedevo, e vedevate voi, poteva celare qualcosa di particolare, di più antico e di più bello: avevo visto giusto! Fin dal primo momento in cui ho appoggiato il bisturi per fare un saggio mi sono reso conto che uno strato di calce ricopriva tutto: ciò che avevo vicino al naso non era altro che la ridipintura, probabilmente ottocentesca, di ciò che mi accingevo a scoprire. Una ridipintura dettata sicuramente dalla necessità di “restaurare” qualcosa di rovinato ma un intervento, come molti effettuati tra otto e novecento, grossolano, impreciso. Così ho immaginato dove potesse celarsi la data di realizzazione originale e subito (devo ammettere di aver fatto centro al primo colpo) un 1, poi le tracce di un 6° entrambi a sinistra del foro di infissione dello stilo. A destra, come logico, un 6 ed un 4° 1664, fantastico! E’ sicuramente uno dei quadranti solari pittorici più antichi della valle; solo a Dronero, ai Cappuccini, esiste un quadrante di qualche anno più antico. Un gioiello che svela altri particolari come lo stemma dei committenti, il calendario stagionale (senza segni dello zodiaco), le ore francesi sovrapposte alle italiche.Per ora mi fermo, presto vi aggiornerò sul secondo quadrante, quello ovest perchè anche questo riserva delle curiosità.
(Fonte Fabio Garnero – Solaria Opere)
Sempre nell’ambito dell’iniziativa, Sabato 29 giugno 2010, a Marmora, in concomitanza con la festa patronale, è stata posizionata nel piazzale antistante la chiesa parrocchiale di San Massimo una bacheca di legno, con pannello descrittivo.
Tale installazione ha lo scopo di illustrare ai turisti che visitano le meridiane del ‘600 e del ‘700:
il funzionamento degli strumenti che utilizzano come generatore d’ombra un ottostilo, la lettura del tempo, attraverso le demarcazioni, i calendari stagionali e i cenni storici riguardanti i committenti.
DI SEGUITO LE FOTO DELLE MERIDIANE PRIMA E DOPO IL RESTAURO
I quadranti solari – comunemente chiamati meridiane e in occitano soularies – sono strumenti astronomici utilizzati di norma nel passato per leggervi l’ora tramite l’ombra proiettata dal sole di uno stilo detto gnomone.
Per questo motivo, trattandosi spesso di pregevoli manufatti artistici dalla particolare valenza simbolica, l’arte di costruirli è chiamata gnomonica.
La coppia di quadranti solari presenti sulla Chiesa Parrocchiale di S. Massimo a Marmora è da considerarsi di notevole valore storico artistico perché il quadrante meridionale costituisce al momento il più antico reperto gnomonico censito della alta Valle Maira. Lo stato di trascuratezza in cui versava, oltre al fatto che i quadranti erano stati completamente ridipinti, non permetteva di capire, fino ad ora, l’esatto valore di questo strumento scientifico.
L’impianto dei due quadranti di S. Massimo forma un complesso gnomonico di strumenti detti geminati per il fatto che sono complementari tra loro, pur non risalendo alla stessa epoca.
E’ costituito infatti da un quadrante rivolto verso Sud – Est, datato 1664 e da un secondo più piccolo rivolto verso Ovest, datato 1722.
La data 1722 è presente anche sul quadrante Sud, appena a sinistra dell’originale, incorniciata in un filetto del medesimo colore. La presenza di questa data è da ricondursi ad un intervento di manutenzione, coevo alla realizzazione del quadrante Ovest, che ha portato al completamento della meridiana più antica con l’aggiunta del sistema orario ad ore francesi.
Le demarcazioni riportate dal quadrante Sud esprimono 4 funzioni gnomoniche: le ore italiche di colore rosso, le ore alla francese di colore bruno, il calendario stagionale e la linea meridiana.
Le demarcazioni riportate dal quadrante Ovest esprimono 2 funzioni gnomoniche: le ore italiche ed il calendario stagionale.
Entrambi gli strumenti utilizzano come generatore d’ombra un ortostilo, ovvero un’asta posta perpendicolarmente alla parete. Per poter leggere correttamente strumenti che utilizzano questo tipo di stilo bisogna ricordare che la lettura non deve essere riferita alla direzione dell’ombra, ma al punto in cui si trova l’estremo di questa.
Questo punto, detto anche indice, permette di identificare oltre che le ore anche la data stagionale.
Notevole è la qualità esecutiva del quadrante seicentesco, con la finezza della linea meridiana e la presenza delle sigle e dello stemma dei committenti che all’epoca finanziarono l’esecuzione dell’opera nel 1664.
Sul quadrante Ovest è presente il motto in latino “USQUE AD OCCASUM” (sono rivolto al tramonto) e la sigla “C C L”, probabile committente dei lavori.
L’intervento del 1722, che ha portato all’aggiunta delle ore francesi sul quadrante Sud ed ha visto la realizzazione del quadrante Ovest è da ricondursi a due possibili motivi: la ricostruzione di un quadrante occidentale andato distrutto o, più semplicemente, la realizzazione ex-novo di un quadrante che avrebbe completato l’arco diurno ed utilizzabile soprattutto per il periodo estivo. La cosa curiosa è che non sono state trovate tracce di ore francesi sul quadrante Ovest, mentre l’autore si è premurato di aggiungerle su quello Sud.
DESCRIZIONE DELLE DEMARCAZIONI
L’orologio ad ore Italiche utilizza un sistema orario concettualmente diverso da quello attuale perché suddivide, sì, il giorno in 24 ore, ma non a partire dalla mezzanotte, bensì a partire dal tramonto. Esso indica pertanto quante ore di luce mancano al calar del sole, corrispondente all’ora XXIV. Se per esempio l’estremo dell’ombra tocca la linea dell’ora XVIII, ciò significa che, indipendentemente dalla stagione, sono trascorse 18 ore dal tramonto di ieri e restano 6 ore fino al prossimo tramonto, alla fine della giornata. Ricordiamo che tale sistema era comunemente utilizzato per organizzare tutte le attività umane in un’epoca priva d’illuminazione artificiale (dal medio evo fino all’800).
L’orologio ad ore ASTRONOMICHE o FRANCESI precorre il sistema attuale dividendo il giorno in 24 ore a partire dalla mezzanotte, precisamente in 12 ore antimeridiane, da mezzanotte a mezzogiorno e 12 ore pomeridiane, da mezzogiorno a mezzanotte.
La prima differenza sostanziale di questo sistema orario rispetto a quello corrente (ora media del fuso) è che è riferito alla reale longitudine del luogo per cui è stato progettato il quadrante.
Per comprendere meglio questo aspetto valutiamo ora la prossima funzione: la meridiana.
La MERIDIANA è costituita dalla freccia rossa a piombo, proiezione del meridiano principale celeste. Essa indica il mezzogiorno vero locale, cioè la culminazione del sole a sud di Marmora (“mezzo giorno” significa letteralmente che tante ore di luce sono trascorse dal sorgere del sole quante ne devono ancora passare fino al tramonto).
Il “mezzogiorno” dei nostri comuni orologi, le 12:00:00 ora media del fuso, è sincronizzato convenzionalmente su di un intero territorio politico ed è riferito alla longitudine di un luogo rappresentativo: l’Italia utilizza l’ora del fuso dell’Europa Centrale, che è riferita all’Osservatorio di Görlitz ovvero al Monte Etna, su cui passa il meridiano 15° a est di Greenwich. Ciò significa dunque che alle ore 12:00:00 il sole culmina sull’Etna, ma per arrivare realmente a Marmora impiega ancora circa mezz’ora (31 minuti e 35 secondi).
Fino alla fine del XIX secolo la linea Meridiana forniva il segnale orario.
Impropriamente il termine viene spesso utilizzato per indicare quelli che generalmente sono orologi solari o quadranti solari.
Il TEMPO VERO, detto anche “solare”, è riferito alla posizione del sole, così come il “giorno solare” corrisponde all’intervallo di tempo intercorso tra due culminazioni successive del sole su uno stesso meridiano. Il Tempo Vero, per motivi astronomici, non è costante, cioè i “giorni solari” durante l’anno presentano variazioni cicliche.
Il Calendario Stagionale è costituito dalla retta equinoziale (trasversale ed obliqua) e dalle due iperboli solstiziali (definite in questo caso dagli estremi delle linee orarie), proiezioni rispettivamente dell’Equatore e dei due Tropici Celesti. Le demarcazioni di questo tipo sono dette diurne poiché descrivono l’andamento dell’ombra durante un giorno specifico dell’anno. La prima viene percorsa dall’estremo dell’ombra il 21 marzo ed il 23 settembre, e per ciò è solitamente contrassegnata dai segni zodiacali di Ariete e di Bilancia. Le seconde vengono percorse dall’estremo dell’ombra il 21 giugno ed il 21 dicembre e sono solitamente contrassegnate dai segni zodiacali di Cancro e Capricorno.
Queste 3 linee determinano dunque 4 fasce stagionali (2 in salita e 2 in discesa), in cui può venire a trovarsi l’estremo dell’ombra nella sua escursione diurna annuale: quelle verso lo gnomone corrispondono all’autunno ed all’inverno, mentre le più distanti dallo gnomone, opposte alla equinoziale, alla primavera ed all’estate.
In questo caso notiamo che i due quadranti non riportano i simboli zodiacali ad eccezione del quadrante Ovest che ha unicamente il simbolo del Cancro.
LO STEMMA E LA COMMITENZA
Dalle ricerche effettuate con il dott. Vacchetta Giuseppe di Saluzzo, esperto in araldica antica, si è attribuito lo stemma del quadrante Sud alla famiglia Alessi di Canosio. Esso raffigura uno scudo bianco con una torre rossa. A seguito di unioni con le famiglie Donadio e Pallavicino, venne inquartato ed arricchito delle loro armi, trasformandosi poi, con fondo azzurro e torre d’argento, nello stemma dei Conti Alessi di Canosio.
La modifica dell’araldica risale al 1647, anno dell’investitura ufficiale degli Alessi a Conti di Canosio.
Note
Il simbolo del Cancro e la data di realizzazione del quadrante Ovest.
Particolare delle Italiche
I quadranti prima dei lavori di restauro: in alto quello meridionale ove è visibile la generale ridipintura, a sinistra il quadrante ovest fortemente dilavato dalle intemperie.